mercoledì 30 ottobre 2013

Dai diamanti non nasce niente...dal letame nascono i fior. Quando l'inaspettato ti sorprende...

Quando sono partita mi aspettavo di passare tre mesi immersa tra mille lezioni senza nemmeno un attimo di respiro. O meglio era ciò che mi auspicavo di fare. Tutti questi mesi alla ricerca di qualcosa che non arrivava, la volontà di imparare e mettersi alla prova e l'ottusità di chi ti vede giovane e non vuole perdere tempo a insegnarti. Purtroppo il primo mese è andato diversamente ed ho avuto pochissime lezioni gettandomi abbastanza nello sconforto. Ho passato tanti giorni a chiedermi perchè deve sempre finire così, crearsi mille aspettative e poi per noncuranza e disinteresse doverne sempre pagare le conseguenze. Investire soldi, energie e sogni e ritrovarsi sempre con nulla in mano. Ma il fatto che il progetto sia stato gestito in modo approssimativo mi aperto un'altra grande prospettiva: quella del bar culturale economicamente sostenibile. L'anno scorso avevo partecipato ad un corso sulla microimprenditorialità nella speranza di poter un giorno avere un luogo tutto mio, un piccolo covo per anime alla ricerca di qualcosa di migliore, interessate ed interessanti, volenterose di imparare e condividere. Quando viaggi questa ricerca di qualcosa di diverso, di nuovo, c'è sempre. Mentre quando sei a casa in qualche maniera la parte più avventurosa, curiosa e dimanica di sè scompare o quantomeno si assopisce. Spesso quando sono a Udine mi sento in gabbia perchè sento l'esigenza di vivere mille avventure, conoscere persone e confrontarmi ma esiste una forza stabilizzante che mi trattiene sempre.

sabato 19 ottobre 2013

Note di gentilezza: this is Russia!

Prima di partire più di qualcuno mi aveva intimidito circa il carattere dei russi. Tanti racconti di persone perse tra Mosca e San Pietroburgo, negli aeroporti, e per poco non risucchiate dalle grande Madrepatria. Nessuno parla inglese e nessuno ti aiuterà nel momenti del bisogno. Le informazioni su internet parlano di persone poco loquaci, che evitano di guardarti in faccia, che sorridono solo in circostanze eccezionali. In sostanza una versione più rude dei finlandesi. Faccio una piccola digressione: i finnici mi hanno sempre lasciato senza parole. Ho imparato ad amare il loro silenzio e il fatto che per strada ognuno si limiti a guardare davanti a sè, che ci siano persone che si spaventano se provi a chiedere un'informazione e che i tuoi coinquilini di piano al dormitorio nemmeno dopo sette mesi ti dicano ciao. In fin dei conti la loro follia mi ha conquistato eppure non ero pronta per rivere di nuovo quest'isolamento. Specie in un paese in cui pochissimi parlano l'inglese e in cui c'è un altro alfabeto. Il mio primo contatto con la gentilezza russa è stato in signore che ,vedendomi persa e in attesa dei miei amici che non ero certa sarebbero arrivati, si è precipitato dentro il Mc Donald per prendermi un caffè caldo prima che prendessi freddo. Certo ogni volta che cerco di comprare qualcosa da mangiare tutto il locale scoppia a ridere perchè parlo inglese, ma tra gesti e immagini tutti cercando di comprendere ciò che dico. Domenica siamo andati a Tangarog, una piccola città sul mar d'Azov molto carina, e che ha dato i natali a Chekov. Mentre visitavamo la biblioteca abbiamo chiesto dove potevamo trovare la casa del noto scrittore e tutti si sono attivati per darci le indicazioni salvo poi chiedere ad un giovane ragazzo se poteva accompagnarci. Lui non solo ci ha portati sani e salvi alla meta ma ci ha anche fatto fare un giro panoramico della città mostrandoci tutti i luoghi di maggiore interesse.

mercoledì 2 ottobre 2013

Prime impressioni dalla Grande Russia

Scrivo le mie prime impressioni russe dal Циферблат Ростов  un bar in cui non paghi quello che consumi ma il tempo che ci passi. Un rublo a minuto. E' un posto nato con l'idea di condividere, conoscere, imparare. Ogni giorno ci sono corsi (pittura, lingua, acroyoga..) concerti, piccole conferenze. La prima volta che sono venuta qua c'era un club d'inglese con persone da tutto il mondo. Non è il tradizionale locale in cui vai con i tuoi amici e ti siedi ad un tavolo a chiacchierare solo con loro. Qua ti puoi mettere accanto a chi vuoi, leggere un libro, ascoltare chi si propone di suonare il pianoforte sorseggiando thè e e cappuccini a volontà. La Russia che non ti aspetti. Così propositiva e aperta.
Quando sono atterrata a Rostov sul Don circa una settimana fa erano le dieci di sera passate e riuscivo a scorgere solo tante luci nelle grandi strade. Questo non ha fatto altro che alimentare la mia curiosità: ma com'è la Russia? Sembra sempre così misteriosa. Lunedì mattina prima di iniziare il mio primo giorno di lavoro a scuola ho fatto una passeggiata e sono rimasta letteralmente stupefatta dalla bellezza di questa città...c'è una via alberata immensa chiamata Pushkinskaya ulitsa in cui -tempo permettendo- le persone si riuniscono per spettegolare sulle panchine mentre qualcuno suona  della malinconica musica.