mercoledì 25 settembre 2013

Prima di partire per un lungo viaggio....

Tra meno di 48 ore sarò in viaggio per la grande Russia, ancora una volta su un aereo che sono sicura mi porterà verso un'altra avventura destinata a rivoluzionare la mia vita. Tutto è iniziato qualche anno fa quando ho vinto una borsa di studio Erasmus per il Portogallo o forse è iniziato molto prima quando già all'asilo giocavo ad essere la bambina straniera. Credo di avercelo avuto sempre questo bisogno di muovermi, conoscere, immergermi in culture nuove. Poi quei cinque mesi a Coimbra me l'hanno confermato: nelle mie vene scorre sangue nomade. Non è che non creda nelle radici, nel fatto che tutti apparteniamo in qualche maniera ad un posto, ma sono convintissima che prima di dare tutti noi stessi a quel luogo dovremmo guardarci attorno e confrontarci, spogliarci delle nostre abitudini e condizionamenti.
Con questo spirito tre anni fa ho deciso di svolgere il mio tirocinio formativo in Brasile insegnando intercambio culturale in una ONG. Avevo già immaginato il mio futuro nel turismo, ambito in cui mi stavo laureando, quand'è che qualcosa scombussola tutti i miei piani. L'incontro con ragazzi stupendi e meravigliosi mi fa capire che quello che voglio fare è insegnare. L'entusiasmo che son riusciti a darmi i miei alunni è stato immenso e ,pur non essendomi mai immaginata prima dietro la cattedra, ho deciso di darmi un'opportunità diventando professoressa di italiano come lingua straniera. Mi sono iscritta ad un Master e mettendocela tutta cercando di fare le mie esperienze in patria, sono finalmente giunta in Russia. L'anno scorso ho avuto il privilegio di svolgere il Servizio Europeo in Finlandia, dove lavoravo in una scuola per ragazzi con esigenze speciali e con adulti disabili. E' stata un'esperienza a tratti molto difficile, ma in altri meravigliosa, in un paese diversissimo dal mio ma che proprio per questo mi ha insegnato molto. Un anno fa però ho anche capito di avere bisogno del luogo in cui mettere le radici, che rivoluzionare la propria vita con tanta frequenza richiede molta energia e forza di volontà, e che per quanto sia stupendo conoscere luoghi nuovi, persone, tradizioni, mentalità, abitudini, ad un certo punto diventa stancante. Volevo tornare in Italia e costruire il mio futuro lì. Ma purtroppo il mio paese non me lo permette. Vorrei poter dare il mio contributo, dare anche agli altri tutto quello che ho imparato nel mio peregrinare nel mondo (ed è veramente tanto) ma ci sono dei momenti in cui credo che all'Italia non interessi. Sono stufa di chi pretende che te venga richiesto di dimostrare senza però darti niente in cambio e sono convinta che i sacrifici siano necessari, ma se sono fini a se stessi sono solo una presa in giro ed un'offesa all'intelligenza di chi crede in un futuro per se e per il proprio paese. Ho 24 anni e ho sempre studiato tanto, più degli altri, e ho viaggiato, ho lavorato e l'ho sempre fatto nella convinzione che ne valesse la pena. Ma le porte in faccia, l'arroganza, la maleducazione di chi ha il potere di decidere mi hanno fatto capire che le mie radici le metterò nel momento in cui avrò un motivo per combattere e avrò i mezzi per farlo. Rimanere in attesa di un treno che non so se passerà rischia di farmi perdere delle opportunità veramente preziose e non voglio. Quando un giorno darò il mio contributo al paese lo farò da persona competente nell'ambito in cui vorrò operare e questo sarà possibile solo andando all'estero. E' il mio modo per dire che io non mi arrendo e che ci credo. 

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